Liberazione e libertà

È successo tutto 75 anni fa, eppure a volte sembra che sia passato molto più tempo. Oggi è l’anniversario della liberazione e pensavo fosse scontato, ma non lo è. Perché la verità è che abbiamo la memoria corta e la lingua lunga. Allora vorrei fare la mia parte nel ricordare cosa sia successo, perché penso che se tutti accendessero una fiamma nel buio, per quanto debole, insieme si riuscirebbe a illuminare la via.

Un bacio tra un soldato britannico e una ragazza italiana.
Una ragazza italiana e un soldato britannico che festeggiano la conquistata libertà e l’alleanza.

Sulle colline, a morire di fame, freddo e guerra, c’erano coloro che erano stati soldati e che si erano trovati abbandonati dopo l’armistizio dell’8 settembre. Senza indicazioni, circondati da chi si era trasformato improvvisamente in nemico.
L’alternativa sono le colline. Allora si tolgono l’uniforme e indossano abiti civili. Insieme a tanti altri e altre.

Alcuni sono ragazzini, alcuni sono comunisti, alcuni sono democratici, democristiani, alcuni socialisti, alcuni liberali, alcuni monarchici, alcuni sionisti, alcuni hanno solo fame di giustizia, hanno il fuoco dentro e combattono perché sanno che è la cosa giusta da fare. Tutti diversi eppure tutti uguali. E capita che si facciano la guerra tra di loro e capita che facciano cose terribili perché le persone rimangono sempre persone e tendono a tirare fuori il peggio di sé nella disperazione. E perché combattere può significare anche questo.

Devono resistere e si batteranno con tutti i mezzi che hanno contro la violenza di chi, spesso, era mandato dai vicini di casa. Aspettano gli alleati, affiancati e aiutati da clero, carabinieri, donne e uomini comuni.

Queste persone, tutte loro, hanno combattuto per la libertà. Perché l’Italia fosse libera da un invasore che non parlava solo tedesco, ma anche italiano. Era lo stesso invasore che li aveva tenuti incatenati mente e corpo per vent’anni: l’estremismo.

Hanno combattuto perché potessimo avere ciò che abbiamo oggi: la democrazia e la Repubblica.

In loro memoria, dobbiamo combattere per ciò che crediamo giusto. Non possiamo più permettere che qualcuno ci convinca ad abbracciare simboli in cui non crediamo, come se fossimo tutti parte dello stesso esercito senza anima. Non possiamo permetterlo a noi stessi.

In loro memoria dobbiamo difendere la democrazia.

E l’unico modo in cui possiamo farlo è istruire i nostri figli, perché siano in grado di distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è. Perché sappiano scegliere per cosa battersi. Perché possano leggere tra le righe, avere senso critico, capire di chi possono e di chi non possono fidarsi. Capire che è l’unione, l’alleanza, a fare la forza. Perché imparino dai nostri errori e le loro decisioni siano consapevoli.

Perché la loro mente sia libera.

Auguri per questa giornata di memoria, allora, e per la vostra libertà.