Che è la prova che si esiste
Perché noi che comprendiamo la vita ce ne infischiamo dei numeri. Lasciatele agli adulti, queste cose noiose. Sarà che la bambina che è in me non vuole proprio farsi da parte, sarà che, se vuoi tradurre libri per bambini di mestiere, forse è anche giusto così. Sarà, ma il Piccolo Principe terrà sempre quel posticino caldo nel mio cuore e questa parte è una delle mie preferite.
Così, se dite loro : “La prova che il piccolo principe è esistito davvero è che era adorabile, rideva e voleva una pecora. Volere una pecora è la prova che si esiste.”, alzeranno le spalle e vi tratteranno come bambini! Ma se invece dite: “Il suo pianeta d’origine era l’asteroide B612”, allora li convincerete e la smetteranno di farvi domande. Sono fatti così. Non bisogna fargliene una colpa.
Ma, ovviamente, noi che
comprendiamo la vita ce ne infischiamo dei numeri!
Mi sarebbe piaciuto cominciare questa storia come si cominciano le fiabe. Mi
sarebbe piaciuto dire:
“C’era una volta un piccolo principe che abitava su un pianeta poco più grande di lui e aveva bisogno di un amico…” Sarebbe stato molto più verosimile per quelli che comprendono davvero la vita.
Perché non mi piace che il mio libro
venga preso alla leggera. È doloroso, per me, raccontare questi ricordi. Sono
già passati sei anni da quando il mio amico se n’è andato con la sua pecora. Se
provo, ora, a descriverlo, è per non dimenticarlo. È triste dimenticare un
amico. Mica tutti ce l’hanno avuto. E io rischio di diventare come i grandi,
che pensano solo ai numeri. Ed è proprio per questo che ho comprato una scatola
di colori e qualche pastello. È dura rimettersi a disegnare alla mia età,
quando gli unici tentativi che hai fatto sono stati un boa visto da fuori e uno
visto da dentro, a sei anni!
Cercherò di fare ritratti più somiglianti possibile. Ma non sono per niente
sicuro di farcela. Un disegno va bene, quello dopo non gli somiglia più. Mi
confondo anche un po’ sulle dimensioni. Qui il piccolo principe è troppo grande,
lì è troppo piccolo. E poi il colore dei vestiti. Vado un po’ a tentoni, un po’
ci azzecco e un po’ no. Probabilmente mi sbaglierò anche sui dettagli più
importanti. Questo, però, dovete perdonarmelo. Il mio amico non spiegava mai. Forse pensava
che fossi simile a lui. Ma io, purtroppo, le pecore attraverso le scatole, non
le so vedere. Forse sono un po’ come gli adulti. Mi è toccato invecchiare.