Scrivere una storia ed esercizi di scrittura

Come si scrive una storia? Da che cosa partire? Può farlo chiunque o solo i professionisti?

Vorrei cominciare rispondendo all’ultima domanda: sì, può farlo chiunque. Chiunque può divertirsi a immaginare un’altra realtà, a vagare in un mondo alternativo oppure verosimile, perché no, di cui la sua penna diventi il destino.
Chiunque può diventare un professionista, facendo esercizi e studiando a fondo la propria lingua.
Quello che non si deve fare, piuttosto, è pubblicare opere che non sono pronte, come spesso non lo è l’autore, per essere assorbite dall’editoria. Se amate l’editoria, non cercate di affossarla. Non buttate in pasto al mercato libri pieni di errori che non farebbe nemmeno un bambino delle elementari e, soprattutto, state attenti a utilizzare un’altra lingua come se fosse la vostra. Non è la vostra. Spesso la percezione che abbiamo di conoscere l’inglese ci viene proprio dal fatto che non lo conosciamo. Dunque, se proprio volete auto-pubblicarvi un libro per cui avete scelto un titolo in inglese, consultate un traduttore o un madrelingua prima di lanciarlo.

Ma non vi preoccupate, potete farcela. Forse non siete ancora pronti, ma non vuol dire che non lo sarete mai. Innanzitutto, ricordate che se avete immaginazione e creatività, probabilmente sarete un buon investimento per una casa editrice, che quindi vi farà una buona correzione di bozze e un buon editing. Questa comunque non è una scusa per essere pigri: non esiste un bravo autore che non conosca alla perfezione le sfumature della sua lingua, figuriamoci le sue regole. Dunque ripassiamo, riprendiamo in mano i libri di grammatica, cerchiamo approfondimenti di linguistica in rete, risolviamo ogni nostro dubbio e poi viviamo la nostra lingua giorno per giorno facendo attenzione ad usi ed evoluzioni in ogni situazione.

Siamo tutti cervelloni

Vi dirò con trasparenza e sincerità che trovo questo genere di studi molto affascinante (troppo ovvio detto da una linguista, no?). Se non condividete questa idea potreste aver affrontato lo studio fin dai vostri primi anni di scuola nel modo sbagliato. Cosa che potrebbe anche non dipendere del tutto da voi. Forse l’avete vissuto come un insieme di regole noiose da imparare a memoria per non incappare in una punizione. Se questo è il vostro caso, leggete con attenzione quanto segue. Imparare una lingua, che sia la nostra o un’altra, è qualcosa che non riusciamo a fare se il nostro cervello non lo collega a emozioni positive. Non starò a spiegarvi in termini scientifici quanto c’entrino la corteccia cerebrale, l’amigdala e la vergogna di sbagliare. Il punto è che è necessario farlo divertendoci. Le regole base sono come mattoni con cui possiamo costruire infiniti significati, sfumature, suoni e, salendo con la difficoltà, suoni e pause che racchiudono significati nascosti. Errori, messi in quel punto ad hoc, che racchiudono significati nascosti.
Capite quanto può essere affascinante ora?

Dunque, dicevamo.

scrivere una storia

Come scrivere una storia

  1. Vivendo. Più le nostre esperienze saranno varie, meglio potremo nascondere la nostra presenza negli scritti. È inevitabile mettere qualcosa di noi in ciò che scriviamo, ma non dobbiamo confondere un racconto con un tema. Sono due cose diverse. Un racconto quasi sicuramente non parlerà di noi, a meno che non si tratti di un’autobiografia.
  2. Avendo qualcosa da raccontare. Possiamo concentrarci su un’idea che vogliamo passare agli altri, un fatto che vogliamo rendere noto, sul far conoscere un’emozione che abbiamo provato. Partiamo da questo e poi concentriamoci sul modo. Dunque lo facciamo esattamente come:
  3. Non avendo qualcosa da raccontare. Non abbiamo niente di che da dire, quello che vogliamo fare è costruire emozioni e fare commuovere qualcuno. Forse quel giorno abbiamo voglia di sentirci psicologi, di penetrare nella testa della gente, di far dire a qualcuno “l’ho provato anch’io” oppure “è stato proprio così”.
  4. Per entrambi i casi quello che dobbiamo fare è metterci nella testa degli altri, usare l’empatia. sentire quello che sentono loro. Parlate come se non foste voi a parlare, ma il vostro personaggio, filtrando la realtà con i suoi occhi. Essendo curiosi, informandovi sulle situazioni che ha vissuto lui o lei. Chiudendo gli occhi e immaginando di essere su quella macchina, su quel burrone, davanti all’amore della vostra vita, in quella stanza piccola, buia e soffocante. Cosa sente la vostra pelle? Le vostre orecchie? Il vostro naso? Cosa vedono i vostri occhi? Usate tutti i 5 sensi.

Sono sicura di non avere incluso tutti i consigli che avrei potuto darvi, ma sicuramente quelli che sembrano più utili a me, per la mia esperienza personale. Provate a seguirli, allora, e poi fatemi sapere cosa ne pensate e, se vi va, condividete qua sotto le vostre creazioni.

Esercizi di scrittura

Vi lascio con qualche spunto ed esercizio da cui partire.

  1. Vi darò l’incipit, voi dovrete cominciare la vostra storia da questa riga:
    “Sarebbe potuto cambiare tutto, in un secondo. Ma non importava.”
  2. Siete un lupo. Raccontatemi una storia da dentro la sua testa. Tenete in considerazione dove può essere, cosa può star facendo, cosa starà pensando. Poi se volete potete confrontare il vostro racconto con quello che ho scritto e pubblicato tempo fa qui sul blog, che trovate a questo link.
  3. Raccontate una storia che avete vissuto, ma da un altro punto di vista. Di chi? Chi lo sa. Di un albero che vi vedeva, di un gatto, di un insetto, della persona con cui avete litigato.
  4. Improvvisamente vi siete svegliati con… una strana sensazione alle gambe. Come se fossero ricoperte da qualcosa di viscido e squamoso. E cos’è questa strana luce blu? Esprimete la vostra sorpresa, il vostro terrore o il fascino che state provando per esservi trovati in fondo all’oceano con una coda di pesce senza dire in modo diretto che siete spaventati, emozionati o affascinati.

L’ultimo consiglio e il più importante di tutti: divertitevi.