As-saggi di traduzione: A Place Called Perfect di Helena Duggan

La mia recensione con traduzione.

Scheda del libro

Titolo: A Place Called Perfect

Autore: Helena Duggan

Trama: Violetta e la sua famiglia si trasferiscono a Perfect, una città all’apparenza perfetta… a parte il fatto che tutti devono portare gli occhiali, a Perfect, se non vogliono diventare ciechi. E quegli strani rumori notturni. E che le persone spariscano.

Video recensione di Bedtime story

Voto: 10/10

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La copertina di A Place Called Perfect

Estratto

Violetta cercò di trattenere le risate. Erano in una stanza dal soffitto basso e George Archer era così alto che non riusciva a stare dritto. Gli si piegava la testa da un lato fin quasi a toccare la spalla. In lui, tutto era lungo, dalle braccia serpentine alle dita-vermi, per non parlare del naso sottile che ricordava una matita e che gli divideva quasi in due la faccia. Era completamente calvo e aveva la testa bianchissima e lucida, come un uovo di struzzo. Si risedette subito, sicuramente molto scomodo.

“E io sono Edward. Piacere di conoscerti, Violetta” disse il più piccoletto dei due, alzandosi per stringerle la mano.

Violetta dovette trattenere le risate di nuovo. Non era nemmeno tra le più alte della classe, ma raggiungeva comunque Edward Archer, che aveva compensato in larghezza quello che gli mancava in lunghezza. Era squadrato come un filone di pancarré. Aveva la testa attaccata direttamente alle spalle, come se si fosse dimenticato di farsi crescere il collo, e gli occhi un po’ sporgenti, che sembrava volessero schizzargli via dalla faccia.

I due fratelli indossavano due identici completi marroni e le stesse lucide scarpe, anch’esse marroni. Edward Archer indossava anche un buffo cappello a bombetta, proprio come quello del quadro preferito del padre della ragazza, l’uomo senza volto. George Archer ne aveva uno uguale, ma il suo lo aspettava paziente sul tavolo di fronte a lui: probabilmente in casa non lo metteva perché gli sarebbe caduto ogni volta che si fosse alzato.

Avevano entrambi strani occhi rossastri, nascosti dietro lenti rettangolari incorniciate d’oro. Facevano un po’ paura, ma poi George se le tolse.

“Ah, sono solo gli occhiali. Pensavo che aveste gli occhi strani!” Violetta sorrise al gemello alto. “Perché avete le lenti rosse?”

George Archer si spinse di nuovo gli occhiali sul naso.

“Sono color rose e fiori[.” Alzò un sopracciglio. “Noi-”

“Be’, Violetta, cara  ̶  Edward Archer interruppe rapidamente il fratello  ̶  è davvero una buffa storia, che speriamo tuo padre possa aiutarci a risolvere. Come puoi vedere la nostra cittadina è perfetta in tutto eccetto questo fatto curioso: ogni singolo abitante qui porta gli occhiali.